Comico e umoristico: “La vecchia imbellettata” di Luigi Pirandello.

Nel suo saggio “L’umorismo Pirandello ci spiega la differenza tra «comicità’, ironia e umorismo». Il comico, definito come “avvertimento del contrario“, nasce dal contrasto tra l’apparenza e la realtà. L’umorismo è definito come “sentimento del contrario”, spiegando che in esso implica la comprensione di sentimento e riflessione. Pertanto, l’umorismo implica un processo di riflessione critica che consente di analizzare e di comprendere ciò che si nasconde dietro un fatto o un atteggiamento a prima vista comico. 
Riassumendo:  

UMORISMO: il termine nasce dall’humor inglese, affine all’ironico, al satirico. Quindi fa sorridere, non ridere. Per Pirandello è il sentimento del contrario, che interviene quando soprattutto il poeta, l’intellettuale o la persona sensibile cercano di immedesimarsi e di avere empatia con la persona o oggetto di comicità.

COMICO: per la società classica (vedi Plauto, Goldoni ecc.) era tutto ciò che muoveva il riso; per Pirandello è invece l’avvertimento del contrario, cioè trovare nella realtà qualcosa che stona con la realtà e che è contrario alle convinzioni di una specifica epoca.

Da “L’Umorismo” (1908) di L. Pirandello

Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di quale orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d’abiti giovanili. Mi metto a ridere. Avverto che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una vecchia rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa impressione comica. Il comico è appunto un avvertimento del contrario. Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse nessun piacere a pararsi così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente s’inganna che, parata così, nascondendo così le rughe e la canizie, riesca a trattenere a sé l’amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l’umoristico.

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