GABRIELE D’ANNUNZIO, POETA VATE, NAZIONALISTA E INTERVENTISTA.

interventismo in Italia: Un’arringa al popolo di Roma (13 maggio 1915)

da G. D’annunzio, Per la grande Italia, Milano, 1920.

Se considerato un crimini incitare alla violenza i cittadini, io mi vanterò di questo crimine, io lo prenderò sopra me solo. […]. Ogni eccesso della forza è lecito, se vale a impedire che la Patria si perda. Voi dovete impedire che un pugno di ruffiani e di frodatori (il governo italiano) riesca ad imbrattare e a perdere l’Italia. Noi siamo sul punto d’essere venduti come una greggia infetta. […] Chiamarsi Italiano sarà nome da rossore, nome da nascondersi, nome da averne bruciate le labbra. Intendete?

Il volo su Vienna:

VIENNESI!
Imparate a conoscere gli italiani. Noi voliamo su Vienna, potremmo lanciare bombe a tonnellate. Non vi lanciamo che un saluto a tre colori: i tre colori della libertà. Noi italiani non facciamo la guerra ai bambini, ai vecchi, alle donne. Noi facciamo la guerra al vostro governo nemico delle libertà nazionali, al vostro cieco testardo crudele governo che non sa darvi né pace né pane, e vi nutre d’odio e d’illusioni.
VIENNESI!
Voi avete fama di essere intelligenti. Ma perché vi siete messi l’uniforme prussiana? Ormai, lo vedete, tutto il mondo s’è volto contro di voi. Volete continuare la guerra? Continuatela, è il vostro suicidio. Che sperate? La vittoria decisiva promessavi dai generali prussiani?

POPOLO DI VIENNA, Svegliati!
VIVA LA LIBERTÀ! VIVA L’ITALIA! VIVA L’INTESA

 

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