VEGLIA
Cima Quattro il 23 dicembre 1915
Un’intera nottata
Buttato vicino
A un compagno
Massacrato
Con la bocca
Digrignata
Volta al plenilunio
Con la congestione
Delle sue mani
Penetrata
Nel mio silenzio
Ho scritto
Lettere piene d’amore
Non sono mai stato
Tanto
Attaccato alla vita.
Il poeta ha accanto un soldato morto, con le mani congelate e la bocca digrignante volta verso la luce della luna. Nonostante questa situazione penosa e terrificante, il poeta scrive una lettera d’amore, attaccato alla vita come non mai. Nella drammaticità della situazione, percepisce solo la propria volontà di vivere, che prevale su tutto. Anche questa consuetudine con la tragedia induce una riflessione sull’umanità/disumanità della situazione.
FRATELLI
Mariano del Friuli, 15 luglio 1916
Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nell’aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità
La parola Fratelli è così fragile e quasi fuori luogo, in un contesto brutale come quello della guerra di trincea, che il poeta la paragona ad una fogliolina appena nata – con cui ha in comune, appunto, la fragilità, ma anche la volontà della vita di proseguire nonostante tutto, anche se l’aria è crivellata di colpi.
Nonostante l’esperienza che sta vivendo, gli orrori che quotidianamente vede, questo non basta a renderlo insensibile e indifferente: basta una parola che rimanda alla fratellanza, all’umanità, a scatenare un’involontaria rivolta.
SAN MARTINO SUL CARSO
Valloncello dell’albero isolato il 27 agosto 1916
Di queste case
Non è rimasto
Che qualche
Brandello di muro
Di tanti
Che mi corrispondevano
Non è rimasto
Neppure tanto
Ma nel cuore
Nessuna croce manca
È il mio cuore
Il paese più straziato
In questa poesia il poeta esprime tutto il suo dolore per la perdita dei commilitoni e lo strazio per la rovina di cui è testimone. A ogni assenza, a ogni voragine procurata dai combattimenti, corrisponde una cicatrice indelebile nel suo cuore.
SOLDATI
Bosco di Courton luglio 1918
Si sta come
D’autunno
Sugli alberi
Le foglie.
In questi brevi versi è espressa tutta la precarietà e l’attesa del soldato. La foglia sul ramo decimato, fragile e indebolita nel vento d’autunno che la minaccia, attende, caduca, vulnerabile come il soldato, dopo una lunga stagione di guerra.