Lab. Poesia: Guida pratica alla scrittura di un sonetto.

Costruire un sonetto
1. La divisione in sillabe
Il sonetto è una composizione poetica in 14 versi. Questi versi devono essere endecasillabi, cioè generalmente formati da 11 sillabe.
Attenzione però: in italiano sono importanti gli accenti tonici e le figure metriche all’interno dei
versi. Quindi “un endecasillabo è un verso che ha
l’ultimo accento tonico in posizione n. 10” (per cui, l’ultima parola usata deve essere PIANA).

Per abituarsi a scrivere endecasillabi (ma vale per qualsiasi metro scelto) io vi consiglio di tracciare su un foglio una riga verticale a una distanza dal margine che sia pari a circa undici sillabe con i relativi spazi in base alla grandezza della vostra grafia (il metodo migliore è scrivere il primo endecasillabo e poi tracciare la suddetta riga). Ovviamente non è un metodo preciso, però mentre scrivete avrete quanto meno un po’ sotto controllo la lunghezza del verso. Togliere qualche sillaba o aggiungerla non è impossibile, ma almeno il verso sarà già quasi della misura giusta. Oltre a questo metodo si può usare un foglio in cui su una riga sono segnati undici quadretti, in cui scrivere direttamente le parole divise in sillabe (a matita perché dovrete cancellare spesso) tenendo conto delle regole per la suddivisione delle sillabe metriche.

A questo link trovi una scorciatoia che può esserti molto utile per dividere e contare le sillabe:

http://www.sillabario.net/

2. Le strofe

I 14 versi endecasillabi del sonetto devono essere suddivisi in quattro strofe, cioè raggruppamenti di versi. Nel sonetto queste strofe devono essere una coppia di quartine ed
una coppia di terzine, per un totale, appunto, di 14 versi.
Essenziale, per la costruzione delle strofe, che i versi siano disposti secondo una struttura di
rime. Per capire la struttura delle rime devi osservare e pronunciare la parola finale di ciascun verso: se senti una rima perfetta o un suono molto vicino a essa (consonanza od assonanza) tra due versi o più di due, vuol dire che questi sono in rima. La rima si segna con una lettera maiuscola, seguendo l’ordine alfabetico.

3. Le sillabe in poesia: gli accenti tonici, posizione degli accenti, sinalefe e dialefe.

La lingua italiana è estremamente musicale: non per niente il melodramma è nato in Italia, e
proprio a Firenze, nel XVI secolo! Ciò significa che le parole nel verso tendono a fondersi: tale fusione deve essere considerata nel verso, altrimenti esso eccede e non possiamo rispettare più l’endecasillabo, con grave danno per la musicalità del sonetto. Le parole si fondono quando si incontrano, nella sillaba finale, con altre che cominciano per vocale. Tutte le parole italiane finiscono per vocale, quindi questa situazione è molto comune. Quando accade abbiamo una sinalefe, ossia “legame”: questo legame fa una sillaba a sé. Il contrario è una dialefe. La complessità dell’insieme è ben spiegato nel video che ti linko qui sotto. Ascoltalo e guardalo con attenzione!

https://www.youtube.com/watch?v=__spwkNV0hE

Le rime

Gli schemi più comuni di sonetto sono questi:
ABAB.ABAB – CDC.DCD
ABAB.ABAB – CDE.CDE
ABAB.ABAB – CDC. ECE
ABBA.ABBA – CDE. EDC

Scegli quello a te più utile! Per quanto riguarda le rime, in genere, pensando al tema, è sempre meglio trovare prima le parole che posso usare nelle rime per poi costruire i versi. È sempre bene aver un buon rimario. Anche quelli online possono essere utili, all’occorrenza.

http://www.rimario.net/

Il contenuto

Come ogni tipo di testo, anche la poesia vuole un suo schema progettuale: non si può
improvvisare una poesia costruita secondo gli schemi metrici classici. Intanto occorre concentrarsi su ciò che vogliamo esprimere nel nostro sonetto. Ad esempio, se volessimo scrivere della primavera, dovremmo  preferire gli aspetti visivi della primavera? Oppure concentrarci sui suoni, sui profumi o, ancora privilegiare l’area semantica del gusto o del tatto?

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