L’Arazzo di Bayeux

L’arazzo di Bayeux è un documento storico unico: narra i principali episodi che hanno permesso al duca di Normandia, Guglielmo di conquistare il trono d’Inghilterra e di diventare Guglielmo il Conquistatore.

Racconta gli eventi dal 1064 al 1066, anno della decisiva battaglia di Hastings, e per farlo mette in scena 623 persone, 505 animali di specie differenti, 202 tra cavalli e bestie da soma, 55 cani, 41 imbarcazioni e 49 alberi, lungo un rotolo di lino di 70 metri, largo circa 50 centimetri, composto da otto elementi cuciti tra loro, con fili di lana di otto colori diversi, fino a formare una specie di fumetto del Medioevo, scritto nella stoffa, anziché su carta.

L’arazzo fu tessuto tra il 1070 e il 1077 per volere del vescovo Odone, vescovo di Bayeux e il fratellastro di Guglielmo il Conquistatore raffigurato sulla tela in più di una scena. Sappiamo che l’arazzo venne esposto almeno a partire dal 1476 nella cattedrale di Bayeux.

Oggi l’arazzo può essere ammirato nello splendido museo allestito appositamente: il Musée de la Tapisserie, a Bayeux dove è esposto in tutta la sua lunghezza in un grande e suggestivo ambiente buio, con delle luci che illuminano solamente la tela.

L’arazzo è sempre stato considerato una notevole fonte d’informazione storica: è stato dimostrato dagli scavi e dai ritrovamenti archeologici che anche i minimi dettagli raffigurati nella tela corrispondono il più delle volte a verità. Vediamo alcune di queste verità.

  1. L’arazzo illustra le capacità dei Normanni come costruttori di castelli e di città fortificate, e di palazzi. Ne scaturisce l’immagine di una società in grado di produrre edifici di ottimo livello, completi di raffinati elementi decorativi. Queste raffigurazioni testimoniano come il massiccio ritorno all’edilizia in pietra, già iniziato prima dell’anno Mille, costituisca nell’XI secolo un fenomeno sempre più diffuso.

2) Le Drakkar vichinghe: discendenti direttamente da una stirpe di grandi navigatori, i Vichinghi, i Normanni erano abili costruttori di navi e l’arazzo ce ne dà ampia dimostrazione. Visitando il museo di Oslo dedicato alle navi vichinghe, ci si può rendere conto dell’estrema corrispondenza tra i reperti che vi sono conservati e le raffigurazioni sulla tela di Bayeux.

3) Il pranzo: Aroldo e la sua corte mangiano seduti attorno a un tavolo e sembrano servirsi delle pietanze direttamente da alcuni contenitori a forma di coppa: bisogna ricordare che in quest’epoca quasi non si usavano le posate, al massimo infatti si adoperava un coltello e, più raramente, un cucchiaio. Ciò che colpisce l’attenzione sono i contenitori per le bevande: lunghi corni le cui estremità sono decorate con fasce in oro lavorato. Anche in questo caso si tratta di un’eredità della cultura vichinga.

4) La coltivazione dei campi: qui compare un aratro munito di ruote. Davanti  c’è un contadino che semina e un altro che lavora il terreno con un erpice. Scene di questo genere testimoniano bene l’importanza di una delle conquiste di quell’epoca: l’introduzione, attorno all’anno Mille, dell’aratro a versoio, che consentiva di rivoltare e frantumare le zolle, aumentando così la fertilità del terreno. Un’innovazione determinante per lo sviluppo dell’agricoltura, che anche grazie a essa venne acquisendo un ruolo sempre più centrale nel panorama economico dell’Occidente.

5) La caccia:  la parte inferiore dell’arazzo raffigura diverse scene con questo soggetto. Una di queste scene riproduce l’uccellagione, praticata mediante una fionda. In realtà la forma più diffusa di uccellagione era quella con il falcone (spesso ritratto nell’arazzo come insegna dei potenti). Più in là  è ritratta una battuta di caccia con i cani: un uomo tiene due di questi animali al guinzaglio e, per chiamare a raccolta, soffia in un corno. Altri cani si stanno già scagliando contro la preda, mentre accorre al galoppo un cavaliere che brandisce una mazza.

FONTE: http://imparareconlastoria.blogspot.com/p/larazzo-di-bayeux.html

VERSIONE ANIMATA DELL’ARAZZO DI BAYEUX:

LE NAVI VICHINGHE: LE DRAKKAR

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