Il Diario di Anne Frank

Spero che potrò confidarti tutto, come non ho potuto fare con nessuno e spero che sarai per me un gran sostegno.”
                                                                                                                                                                   Anne Frank – 14 giugno 1942
Un po’ di storia
Anna Frank e la sua famiglia fuggirono dalla Germania quando i Nazisti salirono al potere, nel 1933, e si stabilirono in Olanda dove il padre, Otto, aveva relazioni professionali. I Tedeschi occuparono Amsterdam nel maggio del 1940 e due anni dopo le autorità tedesche, con l’aiuto dei collaborazionisti olandesi, cominciarono i rastrallamenti e poi la deportazione degli Ebrei nei campi di sterminio.

Nel luglio del 1942, Anna, sua sorella Margot, la madre Edith e il padre decisero di nascondersi, trasferendosi in un appartamento segreto costruito all’interno dell’ufficio di proprietà del’azienda di famiglia, al 263 di via Prinsengracht. Più tardi, altri quattro Ebrei olandesi si unirono alla famiglia Frank.

Durante quel periodo, Anna tenne un diario nel quale raccontò le sue paure, le sue speranze, e le sue esperienze. Anna aveva ricevuto il suo primo diario il giorno del suo tredicesimo compleanno, il 12 giugno 1942. Si tratta di un diario a quadretti rossi e bianchi, che diventerà il suo primo diario in cui annoterà ogni pensiero, indirizzando le sue frasi a un’amica immaginaria, chiamata “Kitty”.

Quel giorno, Anna scrisse:

Spero che potrò confirdarmi con te come non sono mai riuscita a confidarmi con nessuno prima d’ora, e spero che mi sarai di grande aiuto e grande conforto.

Anne, dopo la breve annotazione datata 12 giugno 1942, comincia a utilizzare il diario domenica 14 giugno 1942 e lo concluderà il 5 dicembre 1942. Esaurito il diario, Anne non cessa di descrivere la sua vita nell’Alloggio segreto, così si avvale di un secondo quaderno/diario (sfortunatamente andato perduto. Forse, addirittura, si tratta di più quaderni/diari andati perduti).
Il terzo quaderno di scuola, con la copertina nera, comincia con la data 22 dicembre 1943 e come annota la stessa Anne si conclude il 17 aprile 1944.
Infine, l’ultimo quaderno/diario che è stato ritrovato, dalla copertina maculata verde oro, comincia con la data del 17 aprile 1944, senza fare alcuna menzione al termine. Quest’ultimo quaderno/diario, infatti, finisce inaspettatamente il 1 agosto 1944, giorno in cui Anne scriverà, senza poterlo neanche immaginare, l’ultima annotazione. Dal 1° agosto 1944 c’è un vuoto di parole, Anne non annota altro e il 4 agosto viene arrestata e costretta a separarsi dai suoi diari.

Immagino vorrai sapere cosa si prova a vivere nascosti; beh, tutto quello che ti posso dire è che non lo so nemmeno io, per adesso. Non credo mi sentirò mai veramente a casa, in questo posto, ma non vuol dire che lo detesti… è più come se fossi in vacanza in una pensione molto strana. Un modo forse un po’ pazzo di considerare la vita in clandestinità, ma è così che la vedo io.
[11 luglio 1942]

Il fatto che non possiamo mai uscire mi disturba tantissimo, ma ho anche paura che verremo scoperti e fucilati, una prospettiva non molto allettante, ovviamente.
[11 luglio 1942]

Excerpt from Anne Frank's diary, October 10, 1942: "This is a photograph of me as I wish I looked all the time. [LCID: 78355]

Un passo del diario di Anna Frank, datato 10 ottobre 1942: “Questa fotografia mi ritrae come vorrei apparire sempre.

Un passo del diario di Anna Frank, datato 10 ottobre 1942: “Questa fotografia mi ritrae come vorrei apparire sempre. Se fossi così, potrei avere ancora qualche speranza di andare a Hollywood. Ho paura, però, di avere un aspetto decisamente diverso, adesso.” Amsterdam, Olanda.

Anna scrisse anche delle novelle, delle fiabe e dei saggi. Nel suo diario, parla dei “figli nati dalla sua penna”, cioè i suoi scritti. Il 2 settembre 1943, cominciò a ricopiarli meticolosamente in un quaderno al quale aggiunse anche un indice per farlo sembrare un vero libro. Lo intitolò “Storie dell’Alloggio Segreto”. Qualche volta leggeva una delle sue storie agli altri ospiti del nascondiglio. Anna scrisse anche della sua intenzione di inviare una delle sue fiabe a una rivista olandese. In molte occasioni, Anna espresse il desiderio di diventare scrittrice o giornalista.

“...come sai già il mio desiderio più grande è diventare giornalista e, in seguito, una scrittrice famosa. Si vedrà, se riuscirò mai a realizzare queste manie di grandezza (follie ?), ma per il momento ho ancora molti argomenti”. Anne Frank – 11 maggio 1944

Il 28 marzo 1944, attraverso un messaggio radiofonico il governo olandese in esilio chiese agli Olandesi di tenere diari, lettere e altri scritti che documentassero la vita durante l’occupazione tedesca. In seguito a quell’annuncio, Anna cominciò la revisione del suo diario, con la speranza di poterlo pubblicare a guerra finita con il titolo “L’Appartamento Segreto”.

 “Cara Kitty, ieri sera a Radio Orange ha parlato il ministro Bolkeistein e ha detto che alla fine della guerra sarà fatta una raccolta di diari e lettere di questa guerra. Naturalmente tutti si sono buttati sul mio diario. Pensa quanto sarebbe interessante se pubblicassi un romanzo sull’Alloggio segreto. Già dal titolo, la gente penserebbe che si tratti di un giallo. Scherzi a parte, già una decina d’anni dopo la guerra sarà divertente sentire come noi ebrei abbiamo vissuto, mangiato e parlato qui. Anche se ti racconto molte cose di noi, tu non conosci che una piccola parte della nostra vita”.

A partire dal 20 maggio 1944 e fino al giorno dell’arresto, il 4 agosto dello stesso anno, Anna trasferì circa due terzi del suo diario dai quaderni originali a fogli sparsi, facendo molti cambiamenti.

Il 4 agosto 1944, Anna, la sua famiglia, e gli altri occupanti del nascondiglio furono arrestati da ufficiali della polizia olandese e tedesca. L’ultima pagina del diario fu scritta il primo agosto 1944:

Non posso costruire le mie speranze su fondamenta fatte di confusione, tristezza e morte. Vedo che il mondo sta gradualmente trasformando in un luogo selvaggio, sento il tuono che si avvicina inesorabile e ci distruggerà tutti. Sento le sofferenze di milioni, ma cionostante, se guardo il cielo, sento che tutto andrà bene, alla fine, che tutta questa crudeltà finirà, e la pace e la tranquillità torneranno. Nel frattempo, devo mantenere i miei ideali perchè forse verrà il tempo in cui potrò realizzarli. 

Il lavoro di Otto Frank e la pubblicazione del diario.

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La famiglia Frank e le altre quattro persone nascoste con loro vennero scoperte dalla Gestapo (la polizia segreta tedesca) il 4 agosto 1944. Un ufficiale della Gestapo e due agenti della polizia olandese arrestarono i Frank lo stesso giorno. Poco tempo dopo, la famiglia fu trasferita nel campo di transito di Westerbork e poi mandata ai campi di concentramento.

La madre di Anna, Edith, morì ad Auschwitz nel gennaio del 1945. Anna e sua sorella Margot perirono entrambe di tifo a Bergen-Belsen nel marzo dello stesso anno. Il padre, Otto, sopravvisse alla guerra dopo che i Sovietici liberarono Auschwitz il 27 gennaio 1945.

Otto Frank più tardi descrisse il momento in cui i Nazisti entrarono nell’appartamento segreto in cui la famiglia si era nascosta. Disse che uno degli ufficiali delle SS trovò un raccoglitore e chiese se contenesse gioielli. Quando Otto Frank rispose che conteneva solo carte, l’SS gettò le carte (e il diario di Anna Frank) sul pavimento, allontanandosi con l’argenteria e un candelabro riposti in una valigetta. “Se avesse preso il diario” sottolineò Otto Frank, “nessuno avrebbe mai sentito parlare di mia figlia”.

Miep Gies, uno degli Olandesi che nascose i Frank durante l’Olocausto, preservò gli scritti di Anna, inclusi i diari. Miep restituì gli scritti a Otto Frank il giorno in cui seppe della morte di entrambe le figlie. Otto organizzò le carte e lavorò senza tregua fino a quando il diario non venne pubblicato, per la prima volta nel 1947 in Olandese. La prima edizione negli Stati Uniti apparve nel 1952.

Le edizioni del diario

Esistono tre versioni del diario. La prima è esattamente come Anna l’aveva scritta tra il giugno 1942 e l’agosto 1944. Anna aveva sperato di pubblicare un libro basato sui suoi ricordi, specialmente dopo che un funzionario olandese aveva annunciato nel 1944 l’intenzione di raccogliere le testimoninaze dirette dell’occupazione tedesca (la versione A). Successivamente, cominciò la revisione del suo lavoro, eliminando alcune parti. Quella diventò la seconda versione (la versione B) . Dopo la guerra, suo padre creò una terza versione (la versione C), con ulteriori modifiche, con l’intento di farla pubblicare. Il padre eliminò diverse parti: le critiche di Anna alla madre, i riferimenti alle sue prime curiosità sessuali e anche la stessa parola “mestruazioni” fu eliminati, al fine di non causare polemiche in un pubblico di lettori del 1947.

La casa dove i Frank si nascosero ad Amsterdam continua a richiamare un grande flusso di visitatori. Conosciuta oggi come la casa di Anna Frank, è stata visitata da tantissime persone.

Chiudiamo con un estratto, forse uno dei più significativi:

(…) Come puoi facilmente immaginare, in preda alla disperazione qui si dice spesso: «A cosa serve mai la guerra, perché la gente non può vivere insieme tranquilla, perché tutto deve essere devastato?».
È una domanda comprensibile, ma finora nessuno è riuscito a trovare una risposta soddisfacente.
Perché in Inghilterra continuano a produrre aerei sempre più grandi, bombe sempre più pesanti, e al contempo case prefabbricate per la ricostruzione?
Perché ogni giorno si spendono milioni per la guerra e non c’è un centesimo per l’assistenza medica, gli artisti, e la povera gente?
Perché la gente deve soffrire la fame quando in altre zone della terra c’è cibo in sovrappiù che va a male?
Oh, perché gli uomini sono così folli? 
Non credo che la guerra sia causata solo dagli uomini grandi, dai governanti e dai capitalisti. No, il piccolo uomo la fa altrettanto volentieri, altrimenti i popoli si sarebbero ribellati già da molto tempo!
Nell’uomo c’è proprio l’impulso di distruggere, di uccidere, di assassinare e infierire, e finché tutta l’umanità, senza eccezioni, non avrà subìto una grande metamorfosi, la guerra continuerà a infuriare, e tutto quello che è stato costruito, coltivato e cresciuto, sarà di nuovo distrutto e disintegrato, per poi cominciare da capo!

Spesso sono stata depressa, ma non ho mai perso la speranza, considero questa clandestinità un’esperienza pericolosa, romantica e interessante. Ogni privazione nel mio diario la descrivo come un divertimento. Mi sono presa l’impegno di condurre una vita diversa dalle altre ragazze e, un domani, diversa dalle normali casalinghe. Questo è un inizio interessante ed è la ragione, la sola ragione per la quale nei momenti più pericolosi devo ridere della buffa situazione.
Sono giovane e ho ancora molte virtù nascoste, sono giovane e forte e vivo questa grande avventura, ci sono ancora dentro e non devo lamentarmi tutto il giorno di non potermi divertire! Ho avuto molto, sono di natura felice, molto allegra e forte. Ogni giorno sento di crescere internamente e che la liberazione si avvicina, quanto è bella la natura, quanto è buona la gente che ho attorno, quant’è interessante e divertente questa esperienza! Perché, allora, dovrei perdere la speranza?
                                                                                                                                                                          Anne Frank – mercoledì 3 maggio 1944

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