Inferno: Canto I ( Lezione del 21/11 )

Argomento del Canto

Dante si smarrisce nella selva oscura. Incontra le tre fiere: lonzaleonelupa. Viene soccorso da Virgilio, che lo guiderà in un viaggio attraverso Inferno e Purgatorio, mentre Beatrice lo guiderà in Paradiso.
È la notte tra giovedì 7 aprile (o 24 marzo) e venerdì 8 aprile (o 25 marzo) del 1300.
Dante si smarrisce nella selva (1-30)
La notte del 7 aprile dell’anno 1300, dunque a trentacinque anni di età ( “Nel mezzo del cammin di nostra vita”), Dante si smarrisce in una selva oscura. definita “aspra e forte”, impossibile da descrivere tanto è angosciosa. E’ la selva del peccato, dove è caduto e si è allontanato dalla via del bene. Lui stesso non sa dire come c’è finito, poiché era pieno di sonno ( = peccato) quando ha perso la giusta strada: a un tratto però, mentre sta albeggiando, si ritrova ai piedi di un colle ( = il colle del “retto cammino”), dalla cui vetta vede spuntare i primi raggi del sole ( = la grazia di Dio). Questo gli ridà speranza e lo spinge a tentare la scalata del colle. Il poeta inizia quindi a salire la china del colle, ma con grande fatica e incertezza.

Compaiono le tre fiere (31-60)

Mentre sta salendo il colle, gli appare improvvisamente una lonza dal pelo maculato allegoria della Lussuria, assai agile e snella, che lo spinge più volte a tornare indietro. Subito dopo compare un leone, allegoria della Superbia, che gli viene incontro con fame rabbiosa e sembra far tremare l’aria, e, infine, una lupa famelica, allegoria dell’avarizia, tanto magra da sembrare carica (“carca”) di ogni bramosia. Quest’ultima incute molta paura in Dante, che perde ogni conforto e lentamente scende verso il basso, nella zona non illuminata dal sole.

Presentazione di Virgilio (61-90)
Dante sta tornando verso la selva, quando intravede una figura nella penombra, appena visibile nella poca luce dell’alba. Intimorito, supplica lo sconosciuto di avere pietà di lui e gli chiede se sia un uomo in carne ed ossa oppure l’anima di un defunto. L’altro risponde di non essere più un uomo in vita, ma di avere avuto i genitori lombardi e di essere originario di Mantova. Si presenta come Virgilio, il poeta latino vissuto al tempo di Cesare e Augusto, ovvero durante il paganesimo, e che ha cantato le gesta di Enea nel poema a lui dedicato. Virgilio rimprovera Dante perché sta scivolando verso il male della selva, mentre dovrebbe scalare il colle che è principio di felicità. Dante risponde a sua volta con ammirazione, dicendo a Virgilio che lui è il più grande poeta mai vissuto e dichiarando che è il suo maestro e modello di stile poetico. Si giustifica indicando la lupa come la bestia selvaggia che gli sbarra la strada, pregando Virgilio di aiutarlo a superarla. Virgilio si offre quindi come guida e gli indica un’altra strada: quella dei tre regni dell’Oltretomba. Visitando i tre regni, Dante potrà liberarsi dal peccato e accedere alla grazia di Dio. Dante rassicurato, si accinge a ubbidire.

Buono studio!

FONTE: https://divinacommedia.weebly.com

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