Divina Commedia, Inf. Canto II – riassunto ( materiali lezione 28/11)

Sta calando la notte e Dante segue Virgilio lungo la strada che li condurrà alla porta dell’Inferno. Il poeta invoca l’assistenza delle Muse, perché lo aiutino a ricordare ciò che ha visto nel corso del suo viaggio.Dante si rivolge a Virgilio e gli esprime tutti i suoi dubbi sull’impresa che sta per affrontare. Ricorda che lo stesso Virgilio cantò di Enea, il quale fu protagonista di una discesa agli inferi quando era ancora vivo: egli però avrebbe contribuito alla fondazione di Roma, centro dell’impero romano e poi sede del Papato, quindi non è sorprendente che Dio gli abbia concesso un tale privilegio. Anche San Paolo compì un viaggio nel mondo ultraterreno, al fine di corroborare la fede nella religione cristiana di cui era zelante apostolo. Ma Dante non è Enea, né San Paolo, quindi chi gli concede di intraprendere un viaggio simile? Virgilio gli spiega chi lo ha inviato in suo soccorso: egli si trovava nel Limbo, tra le anime sospese, quando comparve a lui l’anima di una donna bellissima, dagli occhi lucenti come una stella e che parlava con voce soave, al punto che lui le chiese di comandargli cosa volesse. La donna si era rivolta a lui come al più grande poeta mai vissuto e gli aveva chiesto di soccorrere Dante, l’uomo che lei aveva amato in modo disinteressato. La donna si era presentata come Beatrice e aveva detto di provenire dal Paradiso. In Cielo la Vergine si era commossa all’idea che Dante corresse pericoli nella selva, quindi aveva incaricato santa Lucia di intervenire in suo favore. Lucia si era rivolta a Beatrice e le aveva spiegato che Dante, l’uomo da lei amato, lottava con la morte trascinato in basso dal peccato. Beatrice era stata allora rapida nel lasciare il Paradiso e nel venire a chiedere aiuto a Virgilio: aveva terminato il suo racconto piangendo, cosa che aveva spinto il poeta latino a correre nella selva per portare il suo soccorso a Dante. Terminato il suo racconto, Virgilio si rivolge nuovamente a Dante per spronarlo a vincere i suoi dubbi. Fa leva sul fatto che tre donne benedette (Maria, Lucia e Beatrice stessa) si curano di lui in Cielo, quindi deve superare la sua paura e riacquistare forza e coraggio. Le parole di Virgilio hanno il loro effetto: Dante si rinvigorisce proprio come dei fiorellini che il gelo notturno ha chiuso e che sono riaperti dal sole del mattino. Il poeta si rivolge di nuovo a Virgilio ringraziandolo per aver risposto sollecitamente al richiamo di Beatrice, e felicitandosi del fatto che la donna si sia presa a cuore la sua vicenda terrena. Ora Dante è tornato al proposito iniziale: prega Virgilio di continuare a guidarlo, quindi lo segue con rinnovato slancio.

FONTE: https://divinacommedia.weebly.com

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